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Come il Little Brother è subentrato al Big Brother

Innovatore dell'industria e del mondo accademico, Peter Cochrane da sempre osserva il futuro con occhio attento. Nella sua rubrica Cochrane scandaglia i cambiamenti apportati da tecnologia e connettività

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Come il Little Brother è subentrato al Big Brother

Nessuno aveva previsto il valore dell'attuale cultura della condivisione, che ci sta portando verso nuove ed entusiasmanti direzioni

Quando sono in viaggio e devo fermarmi per mangiare, devo informare il cameriere o ristoratore del fatto che sono celiaco.  La risposta è più o meno la stessa, ovunque mi trovi: “Non c'è problema, sono celiaco anche io,” oppure “Anche mia moglie è celiaca, non si preoccupi, ci penso io”. 

Risposte di questo genere erano impensabili fino a qualche anno fa e stanno ad indicare chiaramente come le persone siano più aperte verso argomenti relativi a salute, vita, relazioni, investimenti e molto altro. Tutto ciò si è verificato nel corso dell'ultimo decennio, man mano che il fenomeno dei social network ha trasformato la società, rendendola molto più aperta e disponibile.

Prevedibilmente imprevedibile
Si tratta di uno sviluppo che sfida le paure che gravitano attorno alla privacy e che hanno letteralmente ossessionato gli autori del passato che osservavano il futuro. In effetti George Orwell avrebbe potuto assistere alla realizzazione di sue numerose previsioni, dallo sviluppo del mondo politico “post-truth”, o post-verità, all'avvento della sorveglianza dello stato attraverso telecamere di sicurezza lungo strade, in uffici, negozi e hotel.

Tuttavia, si sarebbe sicuramente sorpreso del modo con cui fotografiamo o riprendiamo qualsiasi cosa, per postarla poi online, affinché tutti possano vedere e osservare noi, le nostre vite e ciò che facciamo. Nel frattempo un flusso di dati proviene dalle nostre automobili e indica dove siamo andati e quando, nel tentativo di migliorare le condizioni di guida e la sicurezza sulle strade.

Nessun filosofo o scrittore ha mai previsto il mondo nel quale viviamo ora. Nessuno aveva immaginato l'immenso valore della cultura della condivisione che ha visto l'Encyclopedia Britannica praticamente annientata da Wikipedia e il settore della musica e del cinema trasformati così come il modo con cui ci relazioniamo tra di noi. Come pure nessuno ha previsto la nostra disponibilità ad ignorare le sfide intrinseche alla privacy in cambio dei vantaggi personali che derivano da un mondo sempre più aperto.

Nuove libertà
L'uomo è intrinsecamente comunicativo, premuroso e incline alla condivisione, sempre pronto ad aiutare, se possibile. Il vecchio mondo della formalità, dei forti limiti comportamentali, dei vincoli di classe e della totale mancanza di colore è scomparso da tempo. Amiamo la libertà di pensiero, di espressione e di movimento su una scala che sconcerterebbe pure chi è stato plasmato dalla Rivoluzione Industriale, dall'avvento dell'elettricità e dalla mancanza di scelta su tutto, compresa la musica, la radio e le notizie.

Decidiamo di condividere esperienze, conoscenze, abilità, lavori e servizi su scala globale, e per nostra scelta. 

Mentre Big Brother, il Grande Fratello del libro 1984 di Orwell, è il simbolo del pericolo di uno stato onnisciente che ha compreso le più intime paure e ce le sta rivoltando contro, sembra che la maggior parte delle persone sia soddisfatta di Little Brother, apparentemente meno pericoloso.

Un problema condiviso
Vi sono numerosi esempi di trasformazione del potere della condivisione, da TripAdvisor a Facebook e eBay, ma permettetemi di proporvi un esempio personale. Nel 2016 mia moglie ha avuto un incidente e si è fratturata una spalla. È stata sottoposta ad un intervento chirurgico durante il quale il medico le ha inserito una piastrina e svariate viti, ed ha formulato una prognosi tremenda. Secondo i medici le possibilità di una piena guarigione erano limitate al 10 percento, le possibilità di recuperare il movimento dell'arto ammontavano a meno del 15 percento, ma, ancora peggio, esisteva la possibilità di dovere essere sottoposta ad un intervento correttivo ogni 3 anni, per tutta la vita. 

Così ho iniziato a fare ricerche online e a condividere il nostro dilemma. Ad un certo punto sono stato contattato da un medico statunitense, il quale mi ha fornito una preziosa consulenza. Dopodiché, il mio passo successivo è stato eBay. Sì, proprio eBay. Ho trovato una persona con lo stesso problema di mia moglie che aveva acquistato uno stimolatore della crescita ossea a ultrasuoni, in grado di guarire completamente la sua mano lesa. Dopo una conversazione online su Skype, ho deciso di acquistare il suo dispositivo, che a lui non serviva più.

In collaborazione con il chirurgo che aveva operato mia moglie abbiamo definito un piano di utilizzo di cinque mesi e un anno di fisioterapia. Il risultato? Guarigione totale e recupero del movimento della spalla pari al 95 percento. Tutto ciò sarebbe stato impossibile senza social network.  Potreste obiettare dicendo che si è trattato di un caso eccezionale perché sono un ingegnere. In realtà non è così. In Australia, ad esempio, il figlio di un agricoltore è nato senza dita. Il padre ha acquistato una stampante 3D e ha progettato e creato una speciale protesi destinata al figlio. E non si è fermato qui. Ha infatti condiviso il suo progetto e i relativi dettagli in rete, in modo tale da aiutare altri genitori e i lori bambini.  

I social network e la cultura della condivisione stanno lentamente trasformando i modelli di assistenza sanitaria degli anni '50 da “do it for me”, ossia, fallo per me, a comunità globali “do it yourself”, ossia fai da te.

Internet è ora il nostro primo porto di approdo se abbiamo bisogno di aiuto per i nostri veicoli, elettrodomestici e dispositivi in caso di guasti o problemi. La competenza su qualsiasi argomento è a portata di clic, dal Wi-Fi alla lavatrice.

C'è nessuno?
Cosa ne è del Big Brother in questo mondo della condivisione? I principali osservatori e ascoltatori della nostra società non sono i governi o le aziende, ma sono le macchine, ossia i nostri dispositivi, elettrodomestici e veicoli. Ebbene sì, anche le nostre automobili possono registrare e riferire le proprie prestazioni e le nostre abitudini di guida. La quantità reale delle informazioni create rende essenzialmente impossibile che un qualsiasi Big Brother possa ascoltare, osservare o leggere tutto. 

Basta chiederci quante informazioni creiamo e quanti microfoni o telecamere possediamo. Nella mia vita il numero supera i 20 prima ancora che io esca da casa. Dopodiché sono costantemente ripreso dalle telecamere di sicurezza e/o di controllo del traffico, indipendentemente da dove vado o cosa faccio.  

Ora sono qui che scrivo questo articolo con il mio laptop e mi interrompo di tanto in tanto per rispondere al telefono o chattare con mia moglie. Un'ora fa stavo parlando con la mia automobile e con Alexa, l'app AI in cucina. No, non sto impazzendo. Sto costruendo e lavorando in un ambiente degno di Star Trek, nel quale mi rivolgo a tecnologia ed ambiente in modo tale che le macchine possano acquisire informazioni su di me e sulla mia vita, mano a mano che la fase seguente di una società Little Brother reciprocamente vantaggiosa prende piede.

La previsione del cambiamento tecnologico è semplice, ma non sappiamo molto su ciò che la gente farà con esso. Qualsiasi cosa emerga, i governi, i sistemi giuridici e il Big Brother rimarranno all'ombra.