Arte e cultura

La fabbrica e la bellezza nel bucchero umbro

L'artista umbro, Giovanni Mengoni, si è fatto ispirare dallo stabilimento di Settimo Torinese per produrre Il Giardino del tempo

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In occasione della pubblicazione del Pirelli Annual Report 2021, Pirelli ha chiesto a diversi artisti di visitare alcuni dei suoi stabilimenti sparsi in tutto il mondo e di lasciarsi ispirare dall'atmosfera della fabbrica per creare delle opere d'arte che ne riflettessero la bellezza. Perché fabbrica e bellezza possono coesistere e dialogare assieme, in un racconto che vede al centro la materia, elemento essenziale in entrambi i processi creativi, quello manifatturiero e quello artistico, come ribadisce  anche il filosofo e teologo Vito Mancuso, nel suo saggio che introduce l'Annual Report.
 
Nasce così, con questo intento “A Beautiful Place. The Art of Manufacturing", il bilancio consolidato di Pirelli, nel suo centocinquantesimo anniversario di vita. La fabbrica, lo stabilimento produttivo come luogo bello, in grado di generare materia sapientemente lavorata e per questo giustamente celebrata.



Gli artisti invitati a prendere parte al progetto hanno visitato gli stabilimenti produttivi di Settimo Torinese in Piemonte, di Campinas a San Paolo, di Rome in Georgia, di Slatina in Romania e di Yanzhou in Cina.

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In Italia la scelta è caduta su una delle arti più antiche, che unisce tutti e quattro gli elementi alchemici: acqua, fuoco, acqua e aria. La lavorazione della ceramica è infatti l'arte dell'umbro Giovanni Mengoni, Il suo Giardino del tempo racconta la realtà dello stabilimento di Settimo Torinese, dove è stato accolto per poter ispirarsi e prendere nuovi spunti per la sua opera d'arte.

Nel suo manufatto la dimensione temporale assume infatti un ruolo decisivo nella descrizione artistica, grazie a una lavorazione ancora tradizionale, che ben rappresenta la storia di questa fabbrica piemontese, che risale agli inizi degli anni Cinquanta. È la stessa terracotta, però, modellata esclusivamente attraverso il tornio e la monocottura ad alta temperatura, a parlarci per contrasto della visione contemporanea dello stabilimento, il primo per avanzamento tecnologico e adesione al modello di industria 4.0 di Pirelli.

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La visita all'azienda ha ispirato subito l'artista, che ha voluto tradurre la forma dello pneumatico in un oggetto circolare, lasciando primeggiare il disegno, prima folgorazione artistica di Mengoni. La ceramica prodotta è quindi un perfetto riassunto fra la sua visione figurativa, le architetture industriali che si uniscono a elementi innovativi, come la luce che è contenuta.

E poi il richiamo al giardino, un accenno sottile ma evidente ai temi della sostenibilità e della transizione ecologica che è non solo presente nel titolo ma anche all'interno dell'opera, grazie alla presenza di un elemento vegetale. La dimensione tattile, materica, di trasformazione cara a Mengoni si sposa alla perfezione con il mondo manifatturiero che Pirelli come brand simboleggia.

Per l'artista la bellezza è intrinsecamente legata all'altro, è infatti per lui “ciò che gli altri vedono in te”: un aspetto rilevante nella definizione di bellezza è quindi giocato dal gruppo, dall'insieme, dalla collettività. La fabbrica, luogo collettivo per eccellenza, diventa così luogo di bellezza, ribadendo la corrispondenza fra questi due poli, solo in apparenza antitetici. Uno stabilimento produttivo è quindi bello quando permette alla propria collettività di crescere, salendo figurativamente assieme tutti i gradini di questa scala.